Informazione sotto scorta, la proposta di Nardella: “Inasprire le pene a chi si rende responsabile di violenze e condizionamenti all’attività del giornalista”

Il sindaco al convegno della fondazione Ordine dei Giornalisti della Toscana chiede la modifica della legislazione

“Accendiamo i riflettori sulle minacce ai giornalisti: lanciamo da qui, da Firenze, la proposta di una modifica alla legislazione per inasprire le pene per chiunque si renda responsabile di violenze o di qualsiasi forma di condizionamento dell'attività del giornalista, sulla base del principio della libertà d'informazione”. Il sindaco Dario Nardella, che oggi ha aperto i lavori del convegno 'Informazione sotto scorta' organizzato dalla Fondazione dell'Ordine dei giornalisti della Toscana col patrocinio di Comune di Firenze, Odg nazionale, Fnsi, Associazione Stampa Toscana, Cgil Cisl e Uil Toscana, ha lanciato la proposta “per affermare il diritto a un’informazione imparziale e corretta”. Il convegno, a cui hanno partecipato oltre 200 studenti delle scuole superiori fiorentine, ha visto la partecipazione dei giornalisti Antonella Napoli, Federico Gervasoni e Sara Lucaroni, che hanno raccontato la propria esperienza, ed ha avuto la partecipazione del vice presidente del Csm David Ermini, del sottosegretario all’Editoria Andrea Martella, del presidente del Consiglio regionale Eugenio Giani, dell’assessore all’educazione Sara Funaro, del prefetto di Firenze Laura Lega, del presidente della Federazione della Stampa Italiana Giuseppe Giulietti, del segretario del Consiglio Nazionale dell’Ordine dei Giornalisti Guido D’Ubaldo, del segretario generale Fnsi Raffaele Lorusso e  del presidente della Fondazione dell’Ordine dei Giornalisti della Toscana Carlo Bartoli.

“Ciò che conta per il giornalista - ha spiegato il sindaco - è la piena autonomia, la tranquillità con cui il giornalista svolge il proprio lavoro. Quando parliamo di condizionamenti ci riferiamo a condizionamenti di qualunque tipo, che possono maturare nell'ambito lavorativo o al di fuori. Oggi parliamo soprattutto dei casi più gravi, di minacce che vengono spesso da ambienti criminali verso i giornalisti e dobbiamo fare le dovute differenze tra fatti più gravi e meno gravi, sapendo che in ogni caso il principio da tutelare è l'autonomia e la libertà del giornalista”. (sp)

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