Esecutori dei servizi educativi brevi. Dmitrij Palagi e Antonella Bundu (Sinistra Progetto Comune): “Il loro precariato responsabilità della politica”

“Esprimiamo solidarietà e sostegno ai precari storici del Comune di Firenze, che avanzano la loro protesta con delle richieste precise all’amministrazione, di cui chiederemo conto anche noi all'interno del Consiglio comunale”

Era il 2018, quando tutto il Consiglio comunale di Firenze, all’unanimità, approvò una mozione in cui si impegnava il Sindaco, affinché trovasse soluzioni adeguate per gli esecutori dei servizi educativi comunali, continuamente appesi a condizioni di incertezza.
Le competenze - ricordano i consiglieri di Sinistra Progetto Comune Dmitrij Palagi e Antonella Bundu – chiamano in causa la Regione Toscana, la stessa per cui si è votato poche settimane fa. Mentre il nuovo Presidente cercava equilibri per la nuova Giunta, ecco che un'intera classe lavoratrice si è sentita umiliata, come hanno scritto gli Esecutori dei Servizi Educativi - Precari storici del Comune di Firenze, in una nota del 18 ottobre 2020.
Denunciano di essersi sentiti garantire un prolungamento di emergenza Covid-19 fino al 31 gennaio 2021, che invece è stato poi interrotto brutalmente il 15 ottobre. A seguire sembra che il 26 ottobre sarà riattivato il contratto bloccato. Con la vita delle persone e con il loro lavoro non ci si dovrebbe permettere di comportarsi così.
Verificheremo brevemente gli atti dell'Amministrazione e ci uniremo alla voce di chi chiede garanzie e risposte. Nel frattempo – aggiungono Palagi e Bundu – vogliamo esprimere tutta la nostra solidarietà alla classe lavoratrice che ha alzato la sua giusta e necessaria voce di protesta.

La Giunta deve ascoltare anche la richiesta di inserire nel bando a tempo determinato il requisito dei 120 giorni di lavoro necessari per accedere al profilo di esecutori.
Gli anni passano, la precarietà si fa sempre più pesante e dalle istituzioni sarebbe l'ora che arrivassero soluzioni, non solo ascolto e comprensione, con atti votati a fine consiliatura a cui poi si evita di dare seguito (ma il Sindaco e la maggioranza si vantano di essere rimasti gli stessi, quindi non sarà una scusa che potranno usare!)”. (s.spa.)

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