Coronavirus, vademecum per le attività commerciali

Pizzerie a taglio e kebab devono rimanere chiusi, le rosticcerie da asporto possono stare aperte. Gianassi: “Una guida condivisa con la Polizia Municipale per avere una linea univoca per tutta la città”

Pizzerie a taglio e kebab assimilati a bar e ristoranti e quindi devono stare chiusi mentre forni, pastifici e rosticcerie con servizio di solo asporto sono assimilati a negozi alimentari e possono stare aperti. Queste alcune fra le indicazioni di Palazzo Vecchio, condivise con la Polizia Municipale, in merito al decreto della Presidenza del Consiglio dei Ministri che dispone le chiusure delle attività per contrastare l’emergenza Coronavirus. “Abbiamo fatto questo ulteriore vademecum – ha spiegato l’assessore al commercio e alle attività produttive Federico Gianassi – per dare una interpretazione chiara e univoca a tutti quelli che in queste ore ci stanno chiamando per chiedere informazioni sulla corretta applicazione del decreto del Governo e per dare una chiara linea alla Polizia municipale che sta eseguendo i controlli. Queste decisioni, ovviamente, rimangono valide sul territorio del nostro Comune fino a indicazioni diverse del Governo”.  Questo il vademecum preparato dalla direzione Sviluppo Economico e condiviso con la Polizia Municipale.

I ristoranti, bar, pub, pizzerie, possono restare aperti?

No, le attività sono sospese, tranne se ubicati nelle aree di servizio, impianti di carburante, stazioni ferroviarie o aereoportuali, e negli ospedali, garantendo la distanza di sicurezza interpersonale di un metro. In base al punto 2 dell'art. 1 del DPCM, sono assimilate ad esse le gelaterie e le pasticcerie, che quindi sono sospese.

 I ristoranti, pizzerie e simili che vogliono consegnare pasti a domicilio dei consumatori possono farlo?

Sì possono farlo e senza dover presentare comunicazione al Suap. L’aggiunta dell’attività di consegna in proprio a domicilio da parte di imprese che già esercitano attività di produzione e somministrazione di pasti non è soggetta ad alcun adempimento amministrativo. Questo in base ai decreti legislativi attuativi della riforma Madia del 2016, così come chiarito a suo tempo anche da una circolare della Regione Toscana. Resta salvo ovviamente il rispetto delle norme igieniche sia alimentari che sanitarie (fra cui uso di mascherine) e l’aggiornamento delle proprie procedure di autocontrollo di cui all’art. 5 del Reg. CE 852/2004.

Anche gli esercizi di vendita di prodotti alimentari possono consegnare la spesa al domicilio dei consumatori?

Si, possono consegnare al domicilio la spesa. Per le stesse ragioni e con le stesse modalità dei ristoranti, pizzerie e simili.

Quali altri esercizi commerciali possono restare aperti?

Possono restare sempre le farmacie, parafarmacie, edicole, tabaccai e tutte le attività indicate nell'Allegato 1 del DPCM 11 marzo in quanto ritenute di prima necessità e che comunque attuano modalità di vendita che di per sé rispettano le norme di sicurezza (esempio: commercio online).

Le pizzerie al taglio, i kebab, che effettuano attività di produzione artigianale e vendita sul luogo di produzione  di alimenti di pronto consumo, possono restare aperti?

No, sono assimilati a bar, gelaterie, pasticcerie e ristoranti che devono osservare la chiusura stabilita dal DPCM ma potranno, come la ristorazione, fare servizio di consegna a domicilio.

I forni, pastifici, gastronomie, rosticcerie,  gastronomie,  forni, che vendono per asporto, possono stare aperti?

Si, sono esercizi di vendita al dettaglio di generi alimentari pertanto possono stare aperti, anche per rifornire la grande distribuzione.  Qualora gli stessi siano abilitati al consumo sul posto dei prodotti venduti, lo stesso è sospeso per lo stesso motivo per cui è sospesa la ristorazione. Potranno pertanto solo vendere per asporto senza far consumare i prodotti acquistati nel locale di vendita con l'utilizzo delle attrezzature.

Le erboristerie possono stare aperte?

Si, per il settore non alimentare, sono assimilate alle profumerie e prodotti di igiene per la persona, che possono pertanto restare aperte, in quanto considerati generi di prima necessità. Se vendono anche prodotti alimentari, a maggior ragione possono retare aperte.

Gli internet point?

No, devono restare chiusi.

Parrucchieri, estetisti, barbieri, possono stare aperti?

No, sono ammessi solo i seguenti servizi alla persona: lavanderie, tintorie, servizi di pompe funebri e attività connesse

Posso recarmi in banca o alla posta?

Restano garantiti i servizi bancari, finanziari, assicurativi, ma potrebbero essere stabiliti dagli stessi orari di apertura ridotti. Naturalmente sempre nel rispetto delle distanze di sicurezza.

Comunicazione di sospensione dell’attività

Alcune leggi di settore come il Codice del Commercio (Lr 62/2018), quello del Turismo (LR 86/2016) ed altre normative regionali (estetisti, acconciatori, ecc.) prevedono in caso di sospensione delle attività la comunicazione espressa al Suap. Considerata la situazione contingente, legata all’emergenza in atto, e dato che l’obbligo di chiusura è stato imposto dal Presidente del Consiglio dei Ministri (Dpcm del 11/03/2020), si ritiene non necessaria la trasmissione di questa comunicazione da parte di: esercizi di commercio al dettaglio, esercizi di somministrazione alimenti e bevande, acconciatori, estetisti e altre attività di servizi.

Dalla direzione Sviluppo Economico e turismo, in questi giorni chiusa al pubblico ma contattabile alla mail att.economiche@comune.fi.it, fanno sapere inoltre che per le strutture ricettive, dato che la LR 86/2016 prevede l’obbligo di comunicazione per sospensioni delle attività per periodi superiori a 15 giorni,  tale comunicazione potrà essere fatta al Suap tramite PEC (suap@pec.comune.fi.it) senza bisogno di modulo specifico e indicando nell’oggetto della mail ad esempio “Sospensione albergo Xy”. Tale comunicazione non prevede pagamento di diritti di segreteria. (sp)

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